Harnet Streets – Contro-mappe eritree in Roma

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CONTRO-MAPPE ERITREE IN ROMA

Harnet Streets Contro-mappe eritree in Roma è un progetto volto alla creazione di una “contro-mappa” partecipata del Quartiere Africano, che fa della toponomastica coloniale uno stimolo narrativo e l’oggetto di un passato da problematizzare attraverso pratiche di risemantizzazione collettiva.

La proposta di percorso laboratoriale è concepita in due fasi distinte: una prima fase di contro-mappatura partecipativa, ovvero di produzione ed elaborazione della contro-mappa, e una fase successiva di resti-tu-azione, di restituzione e condivisione degli elaborati prodotti alla cittadinanza.

FASE 1

CONTRO-MAPPATURA

La prima fase vede coinvolte persone eritree, residenti o in transito per Roma, e prevede delle uscite-sopralluogo nel quartiere africano e una contestuale raccolta di materiale (principalmente raccolta audio di storie di vita), ma prevede anche delle attività “in sede”: focus groups, circle time, laboratori sulle mappe cartacee e multimediali. L’attività in sede partirà dalle riflessioni e dalle osservazioni fatte durante le uscite e permetterà un’ulteriore raccolta di materiale (non più solo registrazione audio di storie di vita, ma anche altri tipi di materiale reperibili nel web – immagini, musica, video, ecc.) e la sua archiviazione in una mappa interattiva e multimediale.

Questo processo favorisce la riflessione sull’esperienza migratoria delle persone coinvolte, di fatti molto spesso la persona migrante vive sospesa tra molteplici temporalità, luoghi e sistemi di valori.  

La raccolta delle prime testimonianze orali è avvenuta nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020 e si è svolta anch’essa nel quartiere africano, in quelle che chiamiamo “passeggiate narrative”: lunghe camminate in compagnia di persone eritree alla ricerca degli otto odonimi che rimandano all’Eritrea contemporanea (via Agordat, via Asmara, via Assab, via Cheren, via Dancalia, via Massaua, via Senafè, viale Eritrea) attraverso i quali parlare di storia dell’Eritrea, di legami, lasciti e ferite del colonialismo italiano nella ex-colonia “primogenita”, di migrazioni recenti e passate, e di molto molto altro ancora. Una selezione delle testimonianze audio raccolte, scelte per tematica, è successivamente divenuta parte integrante e fondamentale del Trekking UrbAfricano Num. 1.

Questa prima fase vuole offrire anche un momento protetto per rielaborare in maniera giocosa il riannodarsi dei fili strappati con l’esperienza del viaggio. La riflessione sul proprio percorso e la narrazione di sé attraverso i luoghi permettono di creare una continuità tra questi differenti universi temporali, geografici e culturali. 

FASE 2

RESTI-TU-AZIONE

Il progetto, soprattutto nella seconda fase, racchiude una valenza storico-politica: il Quartiere Africano, seppur spesso ignoto ai migranti eritrei, porta con sé nomi rinvianti ad un altro mondo e ad un altro tempo: quello coloniale. Manomettendo la mappa del quartiere, però, le persone provenienti dall’Eritrea raccontano e ci racconteranno del loro Paese, dei loro luoghi amati e odiati, e di sé stessi, ribaltando così quel rapporto di subalternità tipico del periodo coloniale e quello che per molti ricercatori è il suo corrispettivo contemporaneo da esso ereditato: la subalternità vissuta dai migranti e il loro essere nel Paese ospitante silenziati.

La contro-mappa che nasce dalla prima fase del progetto sarà quindi un’occasione per interrogarsi sui e con i luoghi di cui è composta Roma e riflettere su un periodo della storia italiana così poco raccontato. Questa fase prevede la restituzione e la condivisione del materiale raccolto durante la prima fase del progetto attraverso apposite visite guidate dell’Eritrea-quartiere organizzate tramite scuole, biblioteche, centri diurni giovanili e associazioni del terzo settore interessate alla tematica.

TREKKING URBAFRICANO

Il Trekking UrbAfricano è un percorso che si snoda attraverso l’odonomastica coloniale del già citato quartiere africano, intrecciando testimonianze di persone eritree con tappe di contestualizzazione e approfondimento storico.

Il 6 febbraio 2021 l’allora Collettivo Tezeta ha inaugurato il suo primo percorso di trekking urbano all’interno del quartiere africano di Roma. 

Gli otto audio usciti dalla fase di montaggio (1. Una storia nera, 2. Arrivi ad Asmara, 3. Piccola Roma, 4. Sassi e grembiuli, 5. Calamadera, 6. Farfallina bianca, 7. Aba timer, 8. Fughe, partenze e arrivi) hanno accompagnato i partecipanti di tutti i trekking, collegando le tappe del percorso e aprendo o riprendendo i temi storici che in esse vengono approfonditi con l’ausilio di cinque pannelli didattico-illustrativi (1. Quartiere africano, 2. Storia del colonialismo italiano in Eritrea, 3. Asmara: urbanistica coloniale, piani regolatori e segregazione, 4. L’istruzione nella colonia eritrea e la scuola italiana di Asmara, 5. L’indemaniamento delle terre e le prime rivolte contadine) e di un opuscolo pieghevole contenente tre mappe dell’Eritrea (1895, 1935, 1938), creato per fare un approfondimento relativo all’evoluzione storica dei confini coloniali. Tappa a sé stante: il gioco linguistico “Calamadera”, pensato per riflettere sui lasciti linguistici italiani e le loro evoluzioni all’interno della lingua tigrina. All’ultima tappa del trekking, infine, uno spuntino eritreo cucinato – e spesso pure portato – dagli amici della Taverna Del Mossob.

La multimedialità e la varietà dei materiali archiviati nella contro-mappa hanno permessso di coinvolgere varie fasce di popolazione, adattando il percorso urbano e i contenuti a seconda del target di riferimento. Inoltre, le passeggiate saranno interattive: ci saranno sì le persone eritree a raccontare e a raccontarsi in prima persona, ma per i partecipanti sarà anche possibile aprire la mappa multimediale con il proprio smartphone (il materiale selezionato in base all’evento sarà messo a disposizione tramite link e QR code) e sarà quindi possibile camminare nel quartiere africano viaggiando però nello spazio e nel tempo.

Le passeggiate, pensate quindi come eventi aperti a tutta la cittadinanza, chiameranno tuttavia in gioco in particolar modo i giovani. Il trekking urbano è concepito anche come un percorso d’approfondimento didattico, preminentemente rivolto a studenti degli istituti secondari di secondo grado e relativo ad una tematica storicamente minimizzata nei loro libri di testo: il colonialismo italiano. La problematizzazione storica di un passato spesso rimosso sarà accompagnata dalle microstorie eritree del presente, le quali offriranno alle classi un ulteriore approfondimento curriculare di forte attualità relativamente alle migrazioni contemporanee. Gli studenti si faranno perciò testimoni di quanto appreso tramite lo sguardo peculiare delle persone eritree coinvolte.

Raccontare i paesaggi dell’altrove, attraverso lo sguardo dei migranti, rappresenta un’opportunità importante per decostruire gli stereotipi e i pregiudizi riferiti sull’altrove.

Harnet Streets vuole infatti lavorare sul tema della sensibilizzazione interculturale: interrogarsi sul paesaggio, in questo caso sul quartiere africano e la sua toponomastica, può agire come “mediatore”, potenzialmente capace di contribuire a rimuovere gli ostacoli culturali e a favorire lo scambio e la comunicazione tra culture diverse. L’attenzione ai paesaggi di origine è importante per favorire, attraverso la conoscenza dell’altrove, da cui i migranti provengono, il superamento delle stereotipizzazioni che ancora troppo spesso lo descrivono come uno spazio “vuoto e muto”, vale a dire de-socializzato, de-storicizzato e privo di territorialità umana. 

La conoscenza dell’altrove porta al progetto un ulteriore valore aggiunto, emerso durante gli incontri di progettazione svolti con persone eritree residenti a Roma: la contro-mappa composta dalle narrazioni dell’Eritrea contemporanea darà la possibilità anche ai giovani eritrei di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia, di approfondire aspetti del proprio Paese di origine. Una conoscenza e uno scambio intergenerazionale che esca dalle mura di casa e dai racconti della propria famiglia, permettendo un intreccio di storie su più livelli: quello fra le microstorie – regionali, etniche, religiose, ecc. – e quello fra quest’ultime e la storia ufficiale.

Per una riflessione sul trekking consigliamo l’articolo Un trekking urbafricano a Roma: la libertà ha uno sguardo plurale di Anna Maria Calore, contenuto nella rivista La critica sociologica (num. 218 – anno 2021).

PROGETTO PATROCINATO DALLA REGIONE LAZIO

FINANZIATO DA

PROGETTO PATROCINATO DALLA REGIONE LAZIO

FINANZIATO DA

COLLABORAZIONI PASSATE

Febbraio 2020

ARCS – Progetto Pinocchio

Il progetto Pinocchio nasce dalla necessità di sviluppare azioni di cittadinanza attiva e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per contrastare l’incidenza del fenomeno delle discriminazioni di origine xenofoba nei processi di inclusione che caratterizzano le società contemporanee. L’obiettivo generale del progetto è di contribuire allo sviluppo e al rafforzamento di una concezione di cittadinanza intesa come appartenenza alla comunità globale, concorrendo in modo pragmatico al cambiamento individuale e collettivo verso stili di vita e modelli inclusivi per una maggiore coesione sociale.

PINOCCHIO. Cultura, sport, partecipazione civica e social network contro le discriminazioni per una maggiore inclusione sociale – ARCS Culture Solidali

Luglio 2021

Goethe Institute in collaborazione con Museo delle Civiltà di Roma (MUCIV) – Riguardo (al)le Parole 

Il progetto Transcultural Attentiveness si propone di contribuire alla creazione di una comunità intergenerazionale di formazione sul patrimonio coloniale. Il progetto, realizzato su iniziativa del Goethe-Institut di Roma, è curato da Giulia Grechi e Viviana Gravano e si svolge in stretta collaborazione con il MuCiv Museo delle Civiltà di Roma. La serie di podcast nasce dalla necessità di uscire dalla formula chiusa del convegno, visto e vissuto da poche persone, e di creare uno spazio virtuale aperto e sempre accessibile, con contributi che toccano numerosi campi del dialogo transculturale. Il titolo gioca con l’idea dell’avere riguardo e cura verso le parole, ma rimanda anche alla necessità di riguardare le parole, portando un nuovo sguardo su di esse. Ogni episodio della serie, pensata come conferenza permanente, accessibile in qualsiasi momento e secondo un ritmo di ascolto individuale, si focalizza su una parola chiave.

Podcast – Goethe-Institut Italien